In piazzale Scipione Borghese, all’interno dell’enorme parco di villa Borghese, si trova la Galleria Borghese, un museo d’arte tra i più belli di Roma, dove è possibile ammirare sculture, mosaici e dipinti realizzati da artisti di fama mondiale tra cui Caravaggio, Raffaello, Tiziano, Bernini e Canova.
Il museo è composto da 20 sale, ognuna delle quali prende il nome della decorazione del soffitto. Ed è esattamente questa la particolarità unica della Galleria: tutti i soffitti sono riccamente decorati con quadri, affreschi o bassorilievi dedicati ad una o più storie dell’antichità. Un vero e proprio museo nel museo quindi, che vale la pena visitare con la piena consapevolezza di stare assistendo a qualcosa di unico.
Inoltre, non perdetevi i cosiddetti giardini segreti, che decorano il bellissimo edificio di stampo neoclassico su entrambi i lati: dopo un’indigestione d’arte, una bella passeggiata nel verde rappresenterà la conclusione perfetta della giornata.
La raccolta del museo della Galleria Borghese si estende per un periodo storico davvero molto ampio, che va da prima della nascita di Cristo al XIX secolo; il primo nucleo di opere d’arte, il più consistente, risale al cardinale Scipione, nipote di papa Paolo V, che visse a cavallo tra il Cinquecento e il Seicento.
L’ingresso alla Galleria avviene dal salone di Mariano Rossi, artista settecentesco che decorò la volta del soffitto con un meraviglioso affresco di Romolo, che secondo l’allegoria fu accolto nell’Olimpo da Giove per propiziare la vittoria di Furio Camillo contro Brenno re dei Galli. A seguire si sviluppano le 20 sale del museo, tutte bellissime sia a livello di decorazioni pittoriche sul soffitto, sia ovviamente a livello delle opere che contengono.
La sala della Paolina è la prima sala della Galleria Borghese. Prende il nome da una delle sculture più famose del museo, la statua-ritratto di Paolina Borghese Bonaparte, opera di Antonio Canova. La volta è invece opera di Domenico de Angelis, con dipinti dedicati alle storie di Venere ed Enea.
Un tempo la sala della Paolina era detta sala del Vaso, per via di un antico vaso spostato al Louvre ai tempi delle vendite napoleoniche. Altre opere da ammirare all’interno della sala sono l’Erma di Bacco di Luigi Valadier, Leda col cigno ed Eros risalente al III secolo d.C e il rilievo con Aiace e Cassandra del I secolo a.C.
Icona incontrastata della seconda sala del museo è il David di Gian Lorenzo Bernini, realizzato nel 1623. Al suo fianco ci sono alcuni quadri di pregevole fattura, come Sansone in carcere di Annibale Carracci, David con la testa di Golia di Battistello Caracciolo e Andromeda di Rutilio Manetti.
Lungo le pareti ci sono poi diverse sculture antiche, oltre ad una lastra di sarcofago e due lati di sarcofago a colonne con le fatiche di Ercole, risalente al 160 d.C.
Decorata su progetto di Antonio Asprucci, il tema principale della volta è Amore colpisce Apollo con la freccia della passione amorosa, mentre Dafne è colpita da un’altra di segno contrario. Apollo e Dafne sono rinvenibili anche in una statua presente all’interno della sala, opera di Gian Lorenzo Bernini realizzata tra il 1622 e il 1625.
Sempre Apollo e Dafne sono i protagonisti della tela omonima, opera di Dosso Dossi, il quale è l’autore anche di Melissa, quadro ispirato all’Orlando Furioso dell’Ariosto.
La quarta sala del museo, nota anche come Galleria, è dedicata agli imperatori di Roma: ci sono infatti 18 busti in porfido e alabastro, collocati lungo le pareti all’inizio dell’800. Molto bella anche la volta, opera di Domenico de Angelis, i cui dipinti si ispirarono alla Metamorfosi di Ovidio.
Molto belle le pareti decorate da specchiature a mosaici, dove sono raffigurate grottesche e lesene di marmo. Altre zone delle pareti nascondono delle nicchie, dove sono installate alcune sculture di stampo classico. Ma il punto forte della sala degli Imperatori è il Ratto di Proserpina, la prima opera autografa di Gian Lorenzo Bernini, completata nel 1622.
Il nome della quinta sala del museo deriva dalla scultura dell’Ermafrodito, una copia risalente al II secolo d.C., mentre l’originale di Policleto si trova al louvre. L’opera è di autore sconosciuto, venne trovata durante gli scavi per la costruzione della chiesa di Santa Maria della Vittoria e fu restaurata nel 1620 da Gian Lorenzo Bernini. Sopra la statua si trova il bellissimo vaso in alabastro a tartaruga, opera di Antoine Guillaume Grandjacquet.
Sulla volta, i dipinti mostrano il mito di Ermafrodito, figlio di Ermes e Afrodite, mentre in sala ci sono anche altre opere molto interessanti, come la testa di Kore risalente al IV secolo a.C, la vasca in porfido del II-III secolo d.C e quattro tele a olio risalenti al XVI secolo, opere di Paul Brill e Frederick van Valckenborch.
Al centro della sala di Enea e Anchise si trova una splendida scultura in marmo che raffigura i protagonisti dell’Eneide durante la loro fuga da Troia in fiamme, opera di Gian Lorenzo Bernini e di suo padre Pietro. Nella sala vi è anche una seconda scultura del Bernini, La Verità, un’opera allegorica che però rimase incompleta a causa della morte dell’artista avvenuta nel 1680.
Altre interessanti opere d’arte della sala sono i bassorilievi in stucco di Vincenzo Pacetti e Costantino Mazzoni, le colonne e i pilastri di Luca Cardelli e i dipinti di Jean Baptiste Tierce che ritraggono atleti vittoriosi nelle gare di Olimpia, che caddero vittime della loro stessa forza.
Nella settima sala del museo della Galleria Borghese sono in mostra alcune opere di arte egizia. La volta narra la storia del Fiume Nilo con i suoi figli, le benefiche inondazioni e la dea Cibele, mentre sulle pareti ci sono statue di dei egizi, orientali e greci.
Molto bella la Sacerdotessa di Iside, così come il Satiro sul delfino che si trova al centro della stanza. Molto belli anche i vasi in alabastro orientale, realizzati alla fine del Settecento.
L’ultima sala del piano terra della Galleria Borghese è la sala del Sileno. Prende il nome dalla scultura Sileno e Bacco, che era originariamente esposta qui fino a quando Napoleone non ne ordinò il trasferimento al Louvre nel 1807. Tuttavia la sala è ancora molto bella, grazie alle opere del Satiro Danzante di Bertel Thorvaldsen, e soprattutto dei quadri di Caravaggio, tra cui il Giovane con canestra di frutta, il David con la testa di Golia e l’Autoritratto in veste di Bacco, o Bacchino malato.
La volta infine raffigura alcuni momenti della vita di Sileno: al centro si trova il Sacrificio a Sileno di Tommaso Maria Conca, mentre ai lati ci sono due quadri più piccoli denominati Sileno ebbro e Sileno restituisce Bacco al Re Mida.
La prima sala che si incontra salendo al primo piano della Galleria Borghese è la sala di Didone, che prende il nome di dipinti sulla volta, che rappresentano una serie di storie ed episodi delle vite di Enea e Didone.
Per quanto riguarda le opere, c’è da perdere la testa con i bellissimi quadri di Perugino, Botticelli, Del Sarto, Pinturicchio e Raffaello, un vero e proprio condensato di arte rinascimentale umbro-toscana. E’ Raffaello però ad avere un maggior numero di opere in esposizione: ce ne sono 3, e sono la Deposizione di Cristo, il Ritratto di Uomo e la Dama con liocorno.
La sala prende il nome dai disegni dipinti sulla volta, che si ispirano alla figura di Ercole. Molto bella anche la Venere con due amorini, opera del Brescianino allievo di Andrea Del Sarto, e la Caccia al cervo di Niccolà dell’Abate.
Ma il capolavoro principale che si può ammirare all’interno di questa sala è la Danae del Correggio, risalente al 1530, e acquistata dal principe Camillo a Parigi nel 1827. Al centro della sala, infine, c’è una statua in marmo bianco con inserti in bronzo dorato, raffigurante una Zingarella, opera di Nicolas Cordier.
Questa piccola sala della Galleria Borghese è dedicata alla pittura ferrarese del XVI secolo: dopo che Ferrara divenne parte dello Stato Pontificio nel 1598, Scipione Borghese acquistò numerose opere degli artisti locali.
Ci sono lavori di pregevole fattura come la Favola di Ganimede sulla volta, opera di Vincenzo Berrettini, o come il Compianto sul Cristo morto di Ortolano. Ci sono anche una serie di piccole tavole opera di Mazzolino, realizzate attorno alla prima metà del 1500.
Anche questa è una piccola sala, il cui nome deriva dalle Baccanti, le tre danzatrici avvolte in cornici d’edera raffigurate sull’affresco sul soffitto, opera di Felice Giani realizzata alla fine del Settecento, ispirandosi alla Domus Aurea e a Villa Adriana.
Nella sala ci sono alcune opere di artisti nordeuropei affiancate ad altre opere di artisti lombardi e veneti, tra cui il Ritratto di Gentiluomo di Lorenzo Lotto, e una copia della Leda di Leonardo da Vinci.
La sala della Fama, la tredicesima nell’ordine di visita del museo, prende il nome dall’allegoria della Fama raffigurata sul soffitto, con ai fianchi l’elemento araldico dei Borghese. All’interno della piccola sala è possibile osservare da vicino una serie di quadri di scuola fiorentina e bolognese risalenti alla fine del Quattrocento, tra cui le Storie di Giuseppe Ebreo di Francesco Ubertini, le tavole della Madonna col Bambino, San Giuseppe e San Giovannino di Giovanni di Lorenzo Larciani, e un’interessante Madonna col Bambino e San Giovannino dello spagnolo Alonso Berruguete.
All’interno della sala numero 14 del percorso museale i capolavori indiscussi sono i due busti di Scipione Borghese, opere di Gian Lorenzo Bernini. Sempre del Bernini sono le sculture del busto di Paolo V Borghese e della Capra Amalta, ma dell’artista sono in mostra anche tre dipinti, di cui un ritratto e due autoritratti.
Il nome curioso della sala deriva dal fatto che in origine era una loggia aperta, e solo in seguito fu aggiunta la copertura che venne poi dipinta da Giovanni Lanfranco con quadri e affreschi incentrati sul Concilio degli Dei.
E’ il soffitto la principale attrattiva della sala dell’Aurora, realizzato da Domenico Corvi e composto da tre enormi tele raffiguranti l’Aurora e i crepuscoli dell’Alba e del Vespro. Sulle pareti sono invece presenti medaglioni con i segni zodiacali, busti di filosofi e finti bassorilievi.
All’interno della sala, le opere furono realizzate da autori italiani durante la prima metà del Cinquecento, quali Jacopo Bassano, Giovanni Girolamo Savoldo e Dosso Dossi, mentre al centro vi è una bella statua di Alessandro Algardi, in marmo nero antico, che raffigura l’allegoria del Sonno.
Flora è la madre delle piante e dei fiori, e a lei è dedicata la sala 16. E’ il soggetto raffigurato nel dipinto di forma circolare al centro della volta, opera di Domenico De Angelis risalente al 1785.
Per il resto, la sala ospita dipinti cinquecenteschi, tra cui il Cristo deposto con la Maddalena e due angeli di Marcello Venusti, l’Adorazione del Bambino di Pellegrino Tibaldi e due piccole allegorie su rame opera di Jacopo Zucchi, allievo di Giorgio Vasari.
Proseguendo lungo il percorso museale della Galleria Borghese si giunge alla piccola sala numero 17, dedicata al Conte di Angers. E’ infatti Gualtiero conte di Angers ad essere raffigurato sul soffitto, per mano di Giuseppe Cades. La scena rappresenta l’ottava novella della seconda giornata del Decameron di Boccaccio.
I dipinti esposti nella sala sono del Seicento, e sono quasi tutti di provenienza fiamminga e olandese, acquistati nel 1783 per volere di Marcantonio IV Borghese. Molto bella anche la Madonna col Bambino di Pompeo Batoni, opera questa settecentesca, acquistata dallo Stato Italiano nel 1909.
Il mito ovidiano di Giove e Antiope dà il nome alla sala 18, ed è raffigurato sulla tela installata sul soffitto per mano di Benigne Gagneraux. Nella scena, il dio assume le sembianze di un satiro e si avvicina alla ninfa. Attorno al quadro vi è una grossa decorazione opera di Vincenzo Berrettini.
Il protagonista della piccola sala della Galleria Borghese è il celebre Compianto su Cristo Morto di Pieter Paul Rubens; del pittore fiammingo vi è anche Susanna e i Vecchioni, entrambe opere risalenti all’inizio del Seicento, quando l’artista soggiornò a Roma.
In origine, la sala di Elena e Paride fu quella che riscosse maggior successo tra i critici, grazie alla bellezza delle decorazioni alle pareti, all’arredo, e anche grazie al fatto che qui venne esposta per quasi 50 anni la statua di Paolina Bonaparte nelle vesti di Venere, capolavoro di Antonio Canova.
Oggi la statua non è più qui e la sala forse ha perso un po’ del suo fascino originario, ma vale la pena ammirare la bella decorazione del soffitto opera dello scozzese Gavin Hamilton, il camino in giallo antico decorato in bronzo opera di Vincenzo Pacetti, e alcuni bellissimi dipinti come la Caccia di Diana di Domenichino, la Sibilla dello stesso artista, e il San Girolamo di Federico Barocci.
La sala di Psiche è la numero 20, ed è quella che chiude il percorso museale. Qui si trovano alcuni dipinti del rinascimento veneto, mentre il soffitto è opera di Pietro Antonio Novelli, che dipinse i momenti salienti della favola di Amore e Psiche.
Molto belli i quadri alle pareti come la Madonna col Bambino di Giovanni Bellini e ben 4 tele di Tiziano: Amor Sacro e Amor Profano, San Domenico, Cristo alla colonna e Venere che benda Amore. Vi è anche un dipinto di Paolo Veronese, la Predica di San Giovanni Battista.
Infine, non lasciate la sala – e quindi il museo – senza aver ammirato il bellissimo camino, il più antico tra i 6 ornamentali visibili all’interno della Galleria Borghese, con il decoro sul fronte e le piastrelle che lo rivestono all’interno.
I biglietti per l’accesso alla Galleria Borghese devono essere prenotati obbligatoriamente. I ragazzi dai 18 ai 25 anni hanno diritto all’ingresso a tariffa ridotta, mentre gli under 18 entrano gratis. L’ingresso è gratuito anche per studenti e docenti di facoltà e corsi di indirizzo archeologico, storico-artistico o architettonico, studenti e docenti delle Accademie delle belle arti, cittadini italiani iscritti all’AIRE e personale docente della scuola italiana, oltre a disabili, guide turistiche e giornalisti.
Ricordate che anche chi ha diritto all’ingresso gratuito deve effettuare la prenotazione anticipata.
Inoltre, vi è la possibilità di diventare membri della Galleria, ottenendo in cambio una membership card che fornisce l’ingresso illimitato al museo per un anno, oltre a dare il diritto a partecipare a eventi, iniziative culturali e ad anteprime esclusive delle mostre.
All’interno della Galleria Borghese è possibile prendere parte a visite guidate, sia in italiano che in inglese, pagando un costo aggiuntivo. Per la visita guidata è obbligatorio prenotare, e c’è un limite massimo di 8 persone per ciascun turno.
In italiano, i turni si svolgono dal martedì al sabato alle 11.00, alle 15.00 e alle 17.00, mentre la domenica alle 9.00, alle 11.00, alle 15.00 e alle 17.00. I turni in inglese si svolgono dal martedì al giovedì alle 9.00, e dal venerdì alla domenica alle 9.00, alle 11.00, alle 15.00 e alle 17.00.
Di seguito riportiamo alcune informazioni utili per la visita della Galleria Borghese.
La Galleria Borghese è aperta dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 19.00, con ultimo ingresso alle ore 17.45, e rimane chiusa i giorni di Natale e Capodanno. La biglietteria apre alle 8.30 e chiude alle 18.00.
La visita alla Galleria Borghese dura due ore e funziona su turni: gli ingressi avvengono ogni ora dalle 9; l’ultimo turno è un’eccezione, poichè l’ingresso avviene alle 17.45 e l’uscita alle 19. Per questo motivo, il biglietto dell’ultimo turno ha un costo leggermente inferiore.
Per motivi di sicurezza non è consentito introdurre all’interno della Galleria Borghese borse e zaini di medie dimensioni, compresi shopper e bagagli. E’ concesso l’ingresso di piccole borse purchè abbiano dimensioni non superiori a 21x15cm. Qualora aveste con voi una borsa o uno zaino di dimensioni maggiori, potete lasciarlo al guardaroba situato all’ingresso del museo.
E’ vietato anche introdurre ombrelli e selfie stick; anch’essi vanno lasciati al guardaroba. E’ invece permesso l’uso del passeggino per i bimbi sotto i 2 anni di età.
All’ingresso della Galleria è presente un guardaroba dove è possibile lasciare oggetti voluminosi o cappotti. Qui è inoltre obbligatorio depositare in custodia le borse e gli zaini voluminosi, non ammessi all’interno del museo.
Il negozio di souvenir ufficiale della Galleria Borghese vende libri d’arte collegati alla mostra, e piccoli oggetti. E’ gestito dalla società Artem SRL ed è aperto durante i giorni di apertura del museo dalle 8.30 alle 19.00.
La Galleria Borghese mette anche a disposizione un percorso didattico per famiglie chiamato “Rileggiamo le storie”, attivo tutti i sabati e le domeniche alle 16.00. Per prenotarlo è sufficiente contattare il numero +39-0632810 oppure direttamente online.
Il percorso didattico è organizzato dal servizio educativo del museo, e propone la lettura di alcune sculture della collezione, raccontandone la storia o il mito, e mostrando ai bambini come gli artisti le abbiano rappresentate con il marmo. La durata del laboratorio è di 80 minuti, ed è destinato alle famiglie con bambini dai 5 ai 10 anni.
Inoltre, durante le mostre temporanee allestite presso gli spazi della Galleria, vengono organizzati di volta in volta ulteriori laboratori didattici ed esperienze educative, destinate ai bambini e ai ragazzi ma anche ai loro genitori.
La Galleria Borghese si trova a nord del centro storico di Roma, all’interno dell’enorme parco di Villa Borghese, sul lato nord est. Ci troviamo in posizione un po’ defilata rispetto alle principali attrazioni della città, e pertanto non è comodo raggiungerla a piedi: dal Vaticano ad esempio ci vuole quasi un’ora, dal Pantheon oltre mezz’ora, mentre dal Colosseo 40 minuti. La Galleria dista invece 25 minuti a piedi dalla stazione Termini, un tempo tutto sommato non eccessivo e accessibile ai più.
Il principale punto di accesso è il viale dell’Uccelliera, pedonale e interno al parco della Villa Borghese, che si può imboccare da via Pinciana. A pochi passi si trova una fermata degli autobus, dove fermano le linee 52, 53, 63, 83, 92, 223, 360 e 910 del trasporto romano. E’ questo di gran lunga il modo migliore per arrivarci con i mezzi pubblici, poichè la fermata della metropolitana più vicina è Barberini, distante 20 minuti a piedi.
In alternativa è possibile arrivare alla Galleria Borghese usando il trenino di Villa Borghese, che compie un percorso ad anello interno all’enorme parco in 25-30 minuti, e ferma anche sul lato opposto, di fronte a piazza del Popolo, comodamente servita dalla fermata della metro Flaminio.
Le City Card permettono di risparmiare sui mezzi pubblici e/o sugli ingressi delle principali attrazioni turistiche.